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Qualcosa sta cambiando…

La passione per i cani posso dire che sia nata con me; per capirlo, sarebbe bastato entrare nella mia cameretta di bambina e guardarsi intorno: non c’erano bambole e cucine in miniatura, ma una vasta serie di peluches raffiguranti le varie razze di cani più famose.
Ricordo che camminando per strada speravo con tutto il cuore di incontrare un vecchio randagio solitario per poterlo portare a casa con me e convincere così i miei genitori a lasciarlo stare con noi: mai successo.
Ricordo che una notissima marca di chewing gum per bambini, offriva in regalo ai più fortunati un cucciolo di Siberian husky: ho mangiato pacchetti e pacchetti di gomme, avrò pure preso qualche chiletto ma non ho mai vinto il cucciolo.Solo all’età di 13 anni finalmente mi è stato concesso di poter prendere un cane: fu uno Yorkshire terrier, Peter Joy William, che è tuttora rumorosamente in casa con noi.
Dopo di lui ne è venuta un’altra, Cheope, una boxer bianca, la razza che più si addiceva al mio carattere e via di seguito un altro, Orione e poi un altro ancora, Anubi, con cui condivido la passione di agility.
Con il passare degli anni, mi chiedo: perché il mio sogno di bambina si sta pian piano trasformando in un incubo?
Uscendo di casa ogni giorno, per portare i miei cani a passeggio (da adesso in poi farò solo riferimento a tre boxer, visto che lo yorkie ormai anziano non mi accompagna più nelle passeggiate mattutine) mi sto rendendo conto che non vengo più considerata una proprietaria diligente che ogni mattina dedica tre ore circa al benessere dei suoi cani, ma una criminale che si aggira a piede libero per la città portando con se potenziali assassini. Si, perché adesso i cani sopra i 25 chili non sono più i benvenuti per le strade cittadine o nei parchi dalla maggior parte delle persone; non voglio essere esagerata, sicuramente incontro anche persone che mi si avvicinano chiedendomi di poter accarezzare il mio cane, ma se alla fine della giornata faccio un bilancio, queste sono sempre in larga minoranza.
Vi è mai capitato di passeggiare su un marciapiede dove sta camminando nel senso opposto un’altra persona? Ebbene, la cosa che accade è che l’altra persona “esige” che voi vi spostiate per lasciarla passare, come se fosse dotata di una precedenza a prescindere; se poi avete con voi un cane, la cosa si fa ancora marcata: camminano diritti per la loro strada, con passo fermo e veloce, guardandovi dritto negli occhi; magari proprio in linea d’aria del loro cammino, il vostro cane sta annusando un alberino o un muretto e spostarlo per lasciar passare l’altra persona è una cosa un po’ complicata, per cui razionalmente continuate a camminare convinti che sia la cosa più logica da fare: errore! L’altra persona potrà fare due cose:
  1. passare dritto, sbattendo addosso al cane che ignaro si guarderà intorno, per poi sbraitare che il cane gli ha toccato la gamba con il muso sporcandogli i pantaloni.
  2. Spostarsi con aria inferocita per poi fermarsi di fianco a voi, dandovi dei maleducati, degli incivili e magari, già che c’è, vi ricorda anche che dovete mettere la museruola al cane.
Mi chiedo: come si può provare tanto odio per delle creature che ci danno tanto amore?
Ho notato che ultimamente, alcune persone che conosco evitano di guardarmi per strada se proprio non sono obbligate a farlo, per non dovermi salutare di fronte agli altri; ripeto, non tutti sono così, ma a me basta anche che lo faccia una persona, per farmi fermare a riflettere: davvero sono considerata così male per il solo fatto di possedere e portare fuori un cane?
Ciò a mio avviso è grave, si sta creando una sorta di “razzismo” verso noi proprietari di cani; sembra quasi che non siamo dotati degli stessi diritti di cui sono titolari gli altri cittadini, che non possiamo condividere lo spazio comune perché ci rendiamo colpevoli di un fatto socialmente deplorevole: amare un cane. Togliendo coloro che hanno l’innata paura dei cani, coloro che sono stati morsi o che non possono avvicinarsi perché sono allergici, perché gli altri potenzialmente neutri si comportano così?
Di certo la cronaca quotidiana non aiuta a risolvere il problema, anzi lo accentua, se addirittura non lo ha creato questa stessa, portando avanti una vera e propria campagna di terrorizzazione nei confronti dei cani, dipingendoli come creature subdole e ignobili che non hanno nessuno scrupolo a uccidere chi li ha cresciuti e nutriti, e lanciando là la patata bollente solo per il gusto di fare notizia.
Credo che i problemi oggi siano altri, ma lasciamo perdere questo aspetto.
Sicuramente i fatti di cronaca in questione sono fatti gravi, ma si dovrebbe analizzare la situazione in concreto, ragionare e far ragionare gli ascoltatori su come possono succedere queste cose e su come poterle evitare; dovrebbero essere utilizzati per “insegnare” alle persone, per evitare di commettere errori e non per creare un allarme sociale.
In seguito a tutto ciò, se capita di incontrare un bambino per strada, spesso questo si nasconde dietro le gambe del genitore gridando terrorizzato: “ un cane!” .
Allora mi chiedo: cosa c’è di diverso tra me, bambina che giocava in camera circondata da cani di peluches, sperando che babbo natale gliene portasse uno il prossimo 25 dicembre e lui, piccola creatura cresciuta in un mondo virtuale, a cui viene insegnato dal genitore che i cani mordono?
Sono cose che mi fanno riflettere..

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